domenica 16 settembre 2007

Ci sono differenze tra bloggers maschi e bloggers femmine?

Non me ne ero neanche accorta, ma qualche giorno fa il mio blog, il 9 dicembre per la precisione, ha compiuto un anno. Giovanissimo quindi, rispetto a tanti veterani del web. In questi mesi ho incrociato tante strade e ho notato che esiste, con il passare del tempo, una certa “scrematura”, diciamo così, delle varie frequentazioni. È inevitabile che, alla fine, i blog che si visitano più volentieri e con assiduità sono quelli con cui si verifica un certo grado di condivisione, vuoi intellettuale, vuoi rispetto allo stile di vita, all’età, agli interessi in generale.

Quando io e laCri ci siamo incontrate qui a Roma, ne abbiamo approfittato per pettegolare un po’ (in senso buono, naturalmente), dedicando una fettina del poco tempo che avevamo a disposizione a profonde e autoironiche analisi socio-psicologiche. Non nego di essere interessata, oltre che alle storie, anche ad altri aspetti della blogosfera.

Ci sono differenze di stile tra bloggers maschi e bloggers femmine? Secondo me sì, almeno alla luce della mia limitata esperienza. Mi limiterò a una breve panoramica, ben lungi dall’essere esaustiva né tantomeno definitiva, delle mie frequentazioni abituali e più assidue.

Naturalmente barerò, citando solo i “casi” che sostengono le mie considerazioni :p.

I bloggers maschi, ad esempio, tendono ad essere, in genere, un po’ più “misteriosi” delle donne: usano spesso dei nickname molto lontani dall’originale. Il nick, insieme al titolo del blog, costituisce un po’ il punto di partenza per capire e comprendere la persona reale che ci sta dietro e che scrive di sé, di ciò che vede intorno.

Prendiamo nns: che razza di rapporto analogico ci può essere tra lui e il nome “vero”? E che differenza c’è quando si firma NNS? Quantità di autostima giornaliera?

Anche medusa non scherza: cosa ha in mente quando si autodefinisce come una donna/mostro che pietrifica con lo sguardo? Oppure allude alla capacità di “pizzicare”?

Per non parlare di cujo666, il cagnone diabolico assassino che a me però sembra tanto “buonone”… Atipico pare invece fanciullozzoxsempre, caro ale… sei proprio tu, ma bisogna conoscerti.

Prima di capire che Frate Mario con gennaro&peppino era in realtà una sola persona con un altro nome ancora ci ho messo un po’. Ci sarà forse bisogno di un buon esorcista per tenere a bada tutte quelle personalità ribollenti nel convento di Arce?

Prendiamo invece le bloggers femmine. Il rapporto tra nickname e persona sembra essere più lineare o comunque in più diretto rapporto analogico con le caratteristiche umane di chi scrive. Insomma, più facile da comprendere per il lettore e maggiormente esplicativo rispetto alla personalità del suo possessore.

LaCri, ad esempio, “pittolina” le si addice benissimo. I primi tempi che leggevo i suoi commenti e i suoi post, però, pensavo fosse bionda, della mia misura, ma bionda… chissà perché.

E-vane invece gioca con il suo nome, presumo… e-vanescente, vanamente, vanamind e così via. Un modo elegante per farci capire il suo umore nel momento in cui scrive.

Anche per quanto riguarda luvi… ho sempre avuto l’idea che sia un diminutivo usato abitualmente, anche al di fuori del web…

E grisù, per quanto utilizzi un nome indubbiamente (spero) di fantasia, ha scelto un nick che descrive piuttosto bene i suoi “bollenti spiriti”.

Devo andare avanti? Io stessa non uso nickname: identità assoluta tra persona e personaggio: un po’ però mi sono pentita, inutile negarlo, ma ormai è troppo tardi… dovrei aprire un altro blog e sono troppo pigra per ricominciare da capo. Mi sono un po’ stufata di essere troppo trasparente.

È un po’ come quando si gioca ai giochi di ruolo: un conto è la persona che gioca, il giocatore, un altro il personaggio, cioè il ruolo che si decide di interpretare nel gioco. A volte c’è coerenza e continuità tra le due personalità… altre volte sono invece molto lontane tra di loro. Del resto, è anche vero che spesso è proprio la dis-continuità che diverte, permettendo di indossare ogni tanto abiti diversi, sperimentandosi in ruoli inusuali.

Avrete di certo notato, poi, che le donne raccontano molto di più i fatti loro. Episodi quotidiani, aneddoti, sfoghi personali e familiari, pensieri che senza ombra di dubbio sono autentici, si sente quando li leggi. Parlare di sé in questo modo nel blog sembra essere una caratteristica soprattutto femminile, non nel senso di essere egocentriche, ma rispetto al desiderio di aprirsi, di farsi conoscere. Un mettersi in gioco un po’ più spregiudicato, senza timori, un impulso a condividere e a condividersi indubbiamente più forte. Gli uomini invece sembrano preferire una modalità più indiretta per parlare di se stessi, ponendo maggiore distanza tra il sé reale e quello virtuale. Le donne, ad esempio, pubblicano con maggiore facilità la propria foto… i maschietti quasi mai, invece… a onor del vero va detto che nns questa estate ha inserito nel blog la foto dei suoi piedi… Medusa, invece, rispetto a questa variabile è molto atipico: racconta con abbondanza i fatti suoi e di tre quarti della palazzina sua (come si dice a Roma), soddisfacendo la curiosità di ognuno.

Naturalmente queste considerazioni non sono finalizzate a valutare “chi è più bravo” a scrivere sui blog, i maschi o le femmine. Penso che semplicemente siano stili diversi, del resto anche all’interno delle due “categorie” c’è notevole variabilità individuale e che anzi, proprio per questo motivo, mi attirano entrambi. Alcuni perché li sento vicini, altri perché sono differenti da me.

La mia amica e collega Flo mi ha fatto notare che le persone si stufano a leggere post troppo lunghi. Mi fermo qui, dunque, magari ci torno su un’altra volta… sono però molto curiosa di conoscere le vostre opinioni e quali altre differenze, se pensate ci siano, avete colto.

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