martedì 28 aprile 2009

Ancora Dylan

Ebbene, stavolta è andata proprio liscia alla mia gentile metà...
Il mio compleanno è caduto quasi esattamente tra il concerto di Dylan a Roma (vedi post precedente) e l'uscita del suo ultimo album "Together through life". Poteva essere più semplice per lui pensare a un regalo adatto a me?

Biglietti per il concerto prima e cofanetto extralusso poi... c'è persino un adesivo che non ho idea di dove attaccare. Anni fa non avrei avuto esitazioni: sul motorino... altri tempi.

domenica 19 aprile 2009

Together through life

Insieme attraverso la vita.
Si possono fare decine di ipotesi sul significato che Bob Dylan ha voluto dare al titolo del suo album che uscirà tra pochi giorni. Per me vuol dire che la sua musica mi accompagna da sempre e continuerà a farlo finché ascolterò musica. Ognuno di noi ha la sua personale colonna sonora che commenta momenti e ricordi importanti, brutti e malinconici o belli e romantici.
Andare al suo concerto qui a Roma venerdì scorso è stata una grande emozione. Erano tanti anni che non lo vedevo: l’ultima volta (fine anni ’80, mi sembra) alla scalinata del Palazzo della Civiltà del Lavoro all’EUR. L’ho visto suonare con Van Morrison, con Santana, con gli Heartbreakers. Tanto tempo fa.
Temevo di rimanere delusa, avevo letto tante critiche sulla sua voce, sulla band che lo accompagna, sul suo modo di comportarsi e di suonare oggi. Cazzate, mia personale opinione.
Sul palco non c’era il Dylan della copertina di Freeweehlin’, non c’era quello di Desire, non c’era nemmeno quello che suonava la chitarra. C’era invece un anziano signore di quasi settant’anni, un po’ strano, che cammina rigidamente con un cappello in testa e una pashmina verde. Dietro una tastiera, quasi uno qualsiasi della band sulla destra del palcoscenico. L’ho visto accettare i limiti che l’età gli impone con una umiltà e una consapevolezza che mi hanno commosso e nello stesso tempo riempita (come se ce ne fosse bisogno) di ammirazione nei suoi confronti.
Il tempo non è stato generoso: la sua voce è cambiata e a tratti “si rompe”. Ma così come un oggetto diventa più bello e prezioso quando presenta quei difetti che vengono dal trascorrere di molti anni, così la sua voce è ancora grande e piena di fascino, nonostante le rughe che il tempo gli ha impietosamente lasciato.
Ha imbracciato la chitarra per due brani: Things have changed (bellissima, una delle mie preferite) e Boots of spanish leather (altrettanto bella), poi è andato al suo solito posto. Mi sono chiesta se lui fosse contento o rassegnato nel tornare alle tastiere. Return to me con l’ultima strofa cantata in italiano è stata un atto delicato e attento nei confronti del pubblico romano. Non mi importa molto se non guarda i fans e non parla se non per presentare la band (in verità a mia memoria è sempre stato uno di poche parole): personalmente non mi infastidisce il suo atteggiamento. Credo sempre che sia importante rispettare le altrui “stranezze”, semplicemente perché tutti ne abbiamo.
Emozionante It’s all right ma (I’m only bleeding), la trovo perfetta per i tempi che stiamo vivendo, Highway 61 (speravo proprio di trovarla nella setlist) e, naturalmente, Like a rolling stone. Ho apprezzato moltissimo Make You Feel My Love e Love sick: adoro come questo anziano signore parla dell’amore. Unica delusione: purtroppo non ha fatto Ain’t talkin’. Mi sarebbe piaciuto tantissimo sentirla dal vivo: l’avrei scambiata volentieri con Beyond the horizon che a mio gusto trovo un po’ noiosa.
Mi aspettavo di vedere soprattutto gente della mia età, quarantenni o giù di lì, o "più grandi” e invece c’erano tantissimi giovani, soprattutto nel parterre ma anche nelle tribune. È stata una gradevole sorpresa. Together through life.