venerdì 11 giugno 2010

Arrivata stamattina e volentieri "faccio girare"

Ieri il Senato ha approvato il cosiddetto pacchetto sicurezza (D.d.L. 733) tra gli altri con un emendamento del senatore Gianpiero D'Alia (UDC) identificato dall'articolo 50-bis: /Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet. La prossima settimana Il testo approderà alla Camera diventando l'articolo nr. 60.

In pratica in base a questo emendamento se un qualunque cittadino dovesse invitare attraverso un blog a disobbedire (o a criticare?) a una legge che ritiene ingiusta, i providers dovranno bloccare il blog.

Questo provvedimento può far oscurare un sito ovunque si trovi, anche se all'estero; il Ministro dell'Interno, in seguito a comunicazione dell'autorità giudiziaria, può infatti disporre con proprio decreto l'interruzione della attività del blogger, ordinando ai fornitori di connettività alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine.

L'attività di filtraggio imposta dovrebbe avvenire entro il termine di 24 ore; la violazione di tale obbligo comporta per i provider una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 50.000 a euro 250.000.

Per i blogger è invece previsto il carcere da 1 a 5 anni per l'istigazione a delinquere e per l'apologia di reato, oltre ad una pena ulteriore da 6 mesi a 5 anni, per l'istigazione alla disobbedienza delle leggi di ordine pubblico o all'odio fra le classi sociali.

Con questa legge verrebbero immediatamente ripuliti i motori di ricerca da tutti i link scomodi.

In pratica ci si sta dotando delle armi necessarie per bloccare in Italia Facebook (poco male, aggiungo), Youtube e tutti i blog che al momento rappresentano in Italia l'unica informazione non condizionata e/o censurata.

Vi ricordo che il nostro è l'unico Paese al mondo dove una /media company/ ha citato YouTube per danni chiedendo 500 milioni euro di risarcimento. Il nome di questa "media company", guarda caso, è Mediaset.

Quindi il Governo interviene per l'ennesima volta, in una materia che, del tutto incidentalmente, vede coinvolta un'impresa del Presidente del Consiglio in un conflitto giudiziario e d'interessi.

Dopo la proposta di legge Cassinelli e l'istituzione di una commissione contro la pirateria digitale e multimediale che tra poco meno di 60 giorni dovrà presentare al Parlamento un testo di legge su questa materia, questo emendamento al "pacchetto sicurezza" di fatto rende esplicito il progetto del Governo di "normalizzare" con leggi di repressione internet e tutto il istema di relazioni e informazioni sempre più capillari che non si riesce a dominare.

Tra breve non dovremmo stupirci se la delazione verrà premiata con buoni spesa!

Mentre negli USA Obama ha vinto le elezioni grazie a internet in Italia il governo si ispira per quanto riguarda la libertà di stampa alla Cina e alla Birmania.

Oggi gli unici media che hanno fatto rimbalzare questa notizia sono stati il blog Beppe Grillo e la rivista specializzata Punto Informatico.

Fate girare questa notizia il più possibile per cercare di svegliare le coscienze addormentate degli italiani perché dove non c'è libera informazione e diritto di critica il concetto di democrazia diventa un problema dialettico.

martedì 18 maggio 2010

Surrogati: mariti in affitto


E' cosa nota che la maggior parte degli uomini non sono in grado di occuparsi dei classici lavoretti che in casa saltano continuamente fuori. Tapparelle rotte, scaldabagni in tilt, rubinetti che perdono: sono pronti i mariti in affitto, persone tuttofare a cui si può chiedere quasi di tutto. Niente di piccante: si tratta di una società in franchising nata circa tre anni fa e presente in tutta Italia che non offre gigolò qualsiasi, ma uomini esperti in bricolage, lavori di vario genere: tutto ciò che può essere utile alle donne (casalinghe, divorziate, single) che non dispongono di un ometto sottomano per risolvere le grane domestiche.
Utile, no? I mariti/compagni sono sempre più impegnati fuori casa, in mille faccende importanti affaccendati e noi?
Noi ci arrangiamo, come sempre!

lunedì 10 maggio 2010

... e ti vengo a cercare

E ti vengo a cercare
anche solo per vederti o parlare
perché ho bisogno della tua presenza
per capire meglio la mia essenza.

Questo sentimento popolare
nasce da meccaniche divine
un rapimento mistico e sensuale
mi imprigiona a te.

Dovrei cambiare l'oggetto dei miei desideri
non accontentarmi di piccole gioie quotidiane
fare come un eremita
che rinuncia a sé.

E ti vengo a cercare
con la scusa di doverti parlare
perché mi piace ciò che pensi e che dici
perché in te vedo le mie radici.

Questo secolo oramai alla fine
saturo di parassiti senza dignità
mi spinge solo ad essere migliore
con più volontà.

Emanciparmi dall'incubo delle passioni
cercare l'Uno al di sopra del Bene e del Male
essere un'immagine divina
di questa realtà.

E ti vengo a cercare
perché sto bene con te
perché ho bisogno della tua presenza

Di Franco Battiato

mercoledì 5 maggio 2010

'O famo strano?


In questi giorni corro come una matta di qua e di là e dunque il mio livello di informazione lascia alquanto a desiderare. La mia principale fonte è Metro, che si legge, appunto, in metro in meno di venti minuti. Accontentatevi, dunque.
Un'articolo gustoso che ho letto proprio stamattina un libro pubblicato da Stefanie Iris Weiss: Eco-Sex. Go green between the sheets and make your love life sustainable (traduco: Eco-Sesso. Agisci in maniera verde sotto le lenzuola e rendi la tua vita amorosa sostenibile).
Si tratta di una serie di consigli volti a mettere in atto comportamenti eco-adeguati prima-durante-dopo aver fatto l'amore. Riporto diligentemente i suggerimenti (sorprendentemente hard) dell'autrice: usare profilattici bio-degradabili, usare letti con doghe di bamboo, materassi in lattice. Vade retro a vibratori a batteria e lubrificanti realizzati con il petrolio.
Leggo poi che già nel 2002 Greenpeace aveva pubblicato on-line consigli sul sesso sostenibile. Luci spente: se proprio vuoi vedere quello che succede lo fai di giorno; niente ostriche e frutta esotica afrodisiaca, meglio infusi di prodotti della foresta amazzonica per sostenere il commercio equo e solidale. Fare la doccia insieme: si risparmia acqua questo non è affatto male ;). Non usare robaccia di plastica: se proprio si deve si devono scegliere solo accessori prodotti nel rispetto dell'ambiente.
Memorizzato? Mi raccomando, pensateci la prossima volta.

giovedì 29 aprile 2010

Piccole discriminazioni cresceranno (un giorno)

Leggo stamattina su Polis di Roma... Una scuola elementare della Capitale, la Vico a piazzale degli Eroi, ci mostra un altro esempio di discriminazione sui bambini. Questa volta non si parla di mense ma di religione. Premetto che non si tratta della scuola dove va Andrea, ma la cosa mi colpisce perchè io sono cresciuta tra piazzale degli Eroi e via Andrea Doria: zona mia dunque, dove vivono ancora i miei genitori e soprattutto vicinissima a dove abito adesso.
Questi i fatti: noto a tutti che siamo in periodo di comunioni, mese di maggio tutti col saio a ricevere Gesù. Gli alunni della Vico che domenica prossima si accosteranno per la prima volta a questo sacramento hanno ricevuto in dono dalla scuola un braccialettino colorato e per premio non faranno i compiti durante il week end. Gli altri niente, sono stati esclusi dal regalino e dovranno anche fare i compiti per lunedì.
Una mamma si è fatta un po' rodere dall'accaduto (la figliola c'è rimasta male) e si è rivolta alle maestre e anche al dirigente scolastico. La risposta è stata che i bambini devono abituarsi a questo genere di cose e poi è stato specificato che quei bimbi hanno ricevuto il premio perchè hanno accolto Gesù nel loro cuore.
Per fortuna anche altre mamme si sono ugualmente indignate e quindi il gruppo delle "protestanti" si sta facendo nutrito. Tutta la mia solidarietà.
Il fatto si commenta da solo, non aggiungo altro.
Solo questo: una conferma in più (semmai ce ne fosse stato bisogno) alla mia convinzione che abbiamo fatto bene a non far battezzare Andrea tanto per farlo. Sceglierà lui quando sarà grande e potrà valutare lui stesso il valore di episodi del genere.

giovedì 22 aprile 2010

E bravo Gianfranco...

Mi chiedo perchè io, donna di sinistra da sempre, mi ritrovo oggi a fare il tifo per Gianfranco Fini. Ma è normale il fatto che ci siamo ridotti a pensare che la minoranza all'interno della maggioranza fa un'opposizione al governo migliore della nostra, considerando che noi DOVREMMO essere quelli che DOVREBBERO svolgere questo mestiere meglio degli altri?
E che cavolo...

domenica 18 aprile 2010

Era il 1976 e guardavo in TV il 1999...


Proprio così: nel 1976 in televisione "passava" il 1999. Capitano Koenig a Base Lunare Alpha... io me lo ricordo bene. Martin Landau e Barbara Bain (la dottoressa Helena Russel), le Aquile, Maya. Gli effetti speciali erano molto curati, il team lavorò in seguito anche per Alien e L'Impero colpisce ancora, ma in Italia ce ne accorgemmo poco perchè la TV era ancora in bianco e nero.
Comunque era bello (anche se in realtà, a pensarci adesso, preferisco Star Strek): il 1999 sembrava lontanissimo e tutte quelle immagini riguardavano un futuro ancora lungo da venire (... e troppo breve da dimenticare, per chi coglie la dotta citazione).
Nel 1976 avevo dieci anni e non mi passava davvero per la testa che il 1999 sarebbe stato l'anno in cui sarei diventata mamma. Insomma, quasi niente di ciò che il telefilm faceva vedere si è poi realizzato davvero nel 1999, ma per me è stato lo stesso un anno magico e indimenticabile.
Vabbè, tutto questo per dire che domani l'ex nano (classe, appunto, 1999 parte per il suo primo campo scuola con gli amici e le maestre (sante donne). Abbiamo appena finito di riempire il trolley e lui è tutto felice. Siamo felici anche noi, così possiamo andare al cinema a vedere quello che ci pare... ma ci mancherà.
Buon viaggio, ex nano: divertiti tanto... sarà una cosa che ti ricorderai con un sorriso anche quando sarai grande grande.

giovedì 8 aprile 2010

Ma ne vale davvero la pena?

Un'indagine pubblicata sull'American Sociological Review evidenzia ancora una volta il fatto che fare la mamma e curare nello stesso tempo la propria carriera lavorativa può essere una specie di mission impossible.

I ricercatori della Correl University, autori della ricerca, sottolineano soprattutto una dinamica particolarmente perversa: maggiore è il numero delle ore di lavoro settimanali del marito/compagno e più sono le probabilità che “lei” debba lasciare l’impiego o comunque sacrificare la professione per dedicarsi al menage domestico.
Nello specifico, se lui lavora una media tra le 50 e 60 ore / settimana questo super impegno finisce per danneggiare gravemente non solo l’attività professionale della compagna ma anche, inevitabilmente, la sua libertà personale e, alla lunga, l’attività sociale e relazionale.
Se poi la coppia ha anche figli le probabilità che lei molli tutto salgono a dismisura.