giovedì 29 aprile 2010

Piccole discriminazioni cresceranno (un giorno)

Leggo stamattina su Polis di Roma... Una scuola elementare della Capitale, la Vico a piazzale degli Eroi, ci mostra un altro esempio di discriminazione sui bambini. Questa volta non si parla di mense ma di religione. Premetto che non si tratta della scuola dove va Andrea, ma la cosa mi colpisce perchè io sono cresciuta tra piazzale degli Eroi e via Andrea Doria: zona mia dunque, dove vivono ancora i miei genitori e soprattutto vicinissima a dove abito adesso.
Questi i fatti: noto a tutti che siamo in periodo di comunioni, mese di maggio tutti col saio a ricevere Gesù. Gli alunni della Vico che domenica prossima si accosteranno per la prima volta a questo sacramento hanno ricevuto in dono dalla scuola un braccialettino colorato e per premio non faranno i compiti durante il week end. Gli altri niente, sono stati esclusi dal regalino e dovranno anche fare i compiti per lunedì.
Una mamma si è fatta un po' rodere dall'accaduto (la figliola c'è rimasta male) e si è rivolta alle maestre e anche al dirigente scolastico. La risposta è stata che i bambini devono abituarsi a questo genere di cose e poi è stato specificato che quei bimbi hanno ricevuto il premio perchè hanno accolto Gesù nel loro cuore.
Per fortuna anche altre mamme si sono ugualmente indignate e quindi il gruppo delle "protestanti" si sta facendo nutrito. Tutta la mia solidarietà.
Il fatto si commenta da solo, non aggiungo altro.
Solo questo: una conferma in più (semmai ce ne fosse stato bisogno) alla mia convinzione che abbiamo fatto bene a non far battezzare Andrea tanto per farlo. Sceglierà lui quando sarà grande e potrà valutare lui stesso il valore di episodi del genere.

giovedì 22 aprile 2010

E bravo Gianfranco...

Mi chiedo perchè io, donna di sinistra da sempre, mi ritrovo oggi a fare il tifo per Gianfranco Fini. Ma è normale il fatto che ci siamo ridotti a pensare che la minoranza all'interno della maggioranza fa un'opposizione al governo migliore della nostra, considerando che noi DOVREMMO essere quelli che DOVREBBERO svolgere questo mestiere meglio degli altri?
E che cavolo...

domenica 18 aprile 2010

Era il 1976 e guardavo in TV il 1999...


Proprio così: nel 1976 in televisione "passava" il 1999. Capitano Koenig a Base Lunare Alpha... io me lo ricordo bene. Martin Landau e Barbara Bain (la dottoressa Helena Russel), le Aquile, Maya. Gli effetti speciali erano molto curati, il team lavorò in seguito anche per Alien e L'Impero colpisce ancora, ma in Italia ce ne accorgemmo poco perchè la TV era ancora in bianco e nero.
Comunque era bello (anche se in realtà, a pensarci adesso, preferisco Star Strek): il 1999 sembrava lontanissimo e tutte quelle immagini riguardavano un futuro ancora lungo da venire (... e troppo breve da dimenticare, per chi coglie la dotta citazione).
Nel 1976 avevo dieci anni e non mi passava davvero per la testa che il 1999 sarebbe stato l'anno in cui sarei diventata mamma. Insomma, quasi niente di ciò che il telefilm faceva vedere si è poi realizzato davvero nel 1999, ma per me è stato lo stesso un anno magico e indimenticabile.
Vabbè, tutto questo per dire che domani l'ex nano (classe, appunto, 1999 parte per il suo primo campo scuola con gli amici e le maestre (sante donne). Abbiamo appena finito di riempire il trolley e lui è tutto felice. Siamo felici anche noi, così possiamo andare al cinema a vedere quello che ci pare... ma ci mancherà.
Buon viaggio, ex nano: divertiti tanto... sarà una cosa che ti ricorderai con un sorriso anche quando sarai grande grande.

giovedì 8 aprile 2010

Ma ne vale davvero la pena?

Un'indagine pubblicata sull'American Sociological Review evidenzia ancora una volta il fatto che fare la mamma e curare nello stesso tempo la propria carriera lavorativa può essere una specie di mission impossible.

I ricercatori della Correl University, autori della ricerca, sottolineano soprattutto una dinamica particolarmente perversa: maggiore è il numero delle ore di lavoro settimanali del marito/compagno e più sono le probabilità che “lei” debba lasciare l’impiego o comunque sacrificare la professione per dedicarsi al menage domestico.
Nello specifico, se lui lavora una media tra le 50 e 60 ore / settimana questo super impegno finisce per danneggiare gravemente non solo l’attività professionale della compagna ma anche, inevitabilmente, la sua libertà personale e, alla lunga, l’attività sociale e relazionale.
Se poi la coppia ha anche figli le probabilità che lei molli tutto salgono a dismisura.