domenica 16 settembre 2007

Dona Flor

1° settembre 2005

Una delle mie principali perversioni, come ho già avuto modo di sottolineare, è quella di ri-leggere i libri a distanza di anni, in momenti diversi della mia vita. È incredibile come si assaporino in modo diverso, di volta in volta, alcuni passaggi e di come si possano apprezzare sfumature sempre nuove. Naturalmente si tratta sempre di libri particolari e in questo periodo ho di nuovo fra le mani uno, per me, splendido: Dona Flor e i suoi due mariti, di Jorge Amado.
Per chi non lo conosce ecco, in breve, la trama. Flor è una giovane donna di Bahia persa d'amore per suo marito Vadinho, fantastico ma squattrinato amante, puttaniere della peggior specie e incallito giocatore d'azzardo. Vadinho è capace di farla ridere e piangere, risvegliando tutte le sue emozioni più riposte, belle e brutte. Esce tutte le sere per andare nei bordelli e nelle case da gioco, ma al ritorno sa bene, quando vuole, come farsi perdonare. Accanto a lui Flor si sente viva e sfida la vita a testa alta. Lo ama con tutta se stessa, anche se lui le ruba i soldi e, diciamocelo, è decisamente uno sciupafemmine.
Vadinho muore degnamente durante il carnevale, mentre balla un samba vestito da baiana. Flor è disperata, ma con il passare del tempo comincia ad apprezzare un'esistenza più tranquilla: è contenta del suo lavoro (ha una scuola di cucina) che la rende autonoma ed è ancora una bella donna che attira su di sé gli sguardi degli uomini. Ben presto viene corteggiata dal dott. Teodoro (il nome è tutto un programma), il farmacista: né bello né brutto, rispettabile, benestante, premuroso, tiepido amante. Flor accetta di sposarlo, incantata da tutte quelle attenzioni che non aveva mai avuto. Lo ama, ma la passione è ancora tutta per Vadinho, il quale le appare in forma di fantasma, geloso del nuovo amore di quella che considera ancora sua moglie. Solo Flor può vederlo, cede alle sue lusinghe e alla passione e, ricorrendo alla magia, riesce a farlo tornare vivo solo per lei.
Il finale è una bellissima metafora: Dona Flor passeggia in piazza soddisfatta una domenica mattina sottobraccio ai suoi due amori, felice della sua vita (uno visibile, l'altro no). E' lei a uscire davvero vincente da tutta la vicenda. Insomma, se li tiene tutti e due: una donna capace di trovare il modo di mettere d'accordo pancia e testa.
Care compagne quarantenni o quasi, che ne pensate? Secondo voi è possibile elaborare questa armonia interiore?
A mio parere e nella mia esperienza personale sì. E' un percorso complesso e insidioso che inizia molto presto, per il quale esistono mille soluzioni individuali: arrivare alla fine è un traguardo ragguardevole e, forse, il segreto della capacità di emozionarsi ancora ogni giorno è di non raggiungerlo, definitivamente, mai.


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