venerdì 19 ottobre 2007

La dolce vita

Oggi pomeriggio qualcuno, ancora ignoto, ha versato un secchio di liquido rosso nella Fontana di Trevi qui a Roma, colorando tutta l’acqua. Tecnici della Acea provvederanno a verificare la natura del liquido ed eventuali danni ai marmi e alle celebri statue.

C’ero passata proprio stamattina di là, poco prima di pranzo e tutto era come sempre. Tantissimi turisti che scattavano foto, gettavano monetine… persino un gruppo di bimbi delle elementari che si attardava alle bancarelle di souvenir mentre le maestre li spingevano avanti. C’è sempre ressa intorno alla fontana, soprattutto in certi orari. Lo sconosciuto ha lanciato il suo secchio pieno di vernice rossa ed è fuggito in mezzo alla folla.

Dall’ANSA: Una scatola contenente alcuni volantini è stata trovata al lato della Fontana di Trevi: sui volantini l'atto di colorare l'acqua del monumento è stato rivendicato dalla sigla 'Ftm Azione futurista 2007'. "Oggi nasce con noi una nuova concezione violenta della vita e della storia, che esalta la battaglia a scapito della pace e disprezza voi leccaculodiartificiosipoteri, schiavi del mercato globale". E' uno dei passi del volantino con cui "Ftm azionefuturista 2007" ha rivendicato l'atto vandalico a piazza Fontana di Trevi a Roma. Nel volantino c'é un chiaro riferimento al movimento futurista di cui si ricorda la nascita a Parigi nel 1909, si rivendicano i legami di quel movimento e si afferma l'intento di essere all'avanguardia e scontrarsi "contro tutto e contro tutti con spirito di lotta e sana violenza" ma soprattutto di fare "di questa società grigioborghese un trionfo di colore".

Non c’è bisogno di commentare la matrice dell’atto vandalico, credo sia chiara per tutti.

Chissà cosa direbbero quei due nella foto lì sopra…

martedì 16 ottobre 2007

Queste oscure materie

L’estate scorsa sono riuscita a leggere veramente molti libri, tra cui Harry Potter and the Deatly Hallows in inglese per evitare gli sciagurati spoliler e la saga dei Guardiani di Sergej Luk'janenko, di cui consiglio caldamente l’acquisto immediato e un’accurata lettura.
Una cosa che mi ha colpito in particolare è però La bussola d’oro, primo volume della trilogia Queste Oscure Materie di Philip Pullman. Tra breve uscirà anche il film: l'immagine che posto è presa dai trailers. Ho trovato interessante non tanto la trama (carina, comunque) quanto la “creazione” del daimon. Il realtà si tratta di un elemento preso dalla filosofia greca. Socrate immaginava il daimon come un essere divino inferiore agli dei ma superiore agli uomini (una specie di demone benevolo) e si diceva tormentato da questa voce interiore che gli parlava non tanto per indicargli come pensare e agire, quanto per spronarlo a discutere, confrontarsi con gli altri e ricercare se stesso.

Nell’universo di Pullman il daimon ha la forma di un’animale che accompagna il suo “umano” dalla nascita fino alla morte. Ogni essere umano ha il suo e insieme costituiscono un’unità imprescindibile pur essendo due entità separate. Non si tratta di una “mescolanza” fisica, riguarda piuttosto caratteristiche legate alla personalità e ad aspetti psicologici e mentali. Finchè l’umano è un bambino o un giovane adolescente, la forma del daimon può cambiare a seconda di stati d’animo, circostanze, cambiamenti di umore. Ad esempio, se il bambino è spaventato può assumere l’aspetto di un topolino oppure di un animale forte in grado di proteggere il suo umano. Quando poi si diventa più grandi (e in teoria si raggiunge la maturità) il daimon invece si stabilizza in una forma animale definitiva, che rispecchia più o meno le caratteristiche della persona a cui è legato (a parte il fatto di essere in genere di sesso opposto). C’è un rapporto molto stretto tra l’umano e il suo dai mon, di tipo fisico e mentale: viene considerata una grave scorrettezza e invadenza toccare il daimon altrui, una specie di tabù inviolabile.

Non credo sia necessario “dipanare” la metafora… è chiarissima così com’è e a me è piaciuta molto: l’ho trovata un modo davvero aggraziato per alludere crescita di una persona.


E poi… avrete notato anche voi quanto spesso i cani somiglino ai loro umani…

giovedì 11 ottobre 2007

Librerie virtuali

Tempo fa in una delle discussioni sul Forum di Fantasymagazine, è stato segnalato un social network di recente istituzione in lingua italiana. Si tratta di Anobii: un servizio che permette di schedare e catalogare tutta la biblioteca personale. È necessario iscriversi (semplicissimo e gratuito: e-mail e password) e poi si accede alla propria libreria virtuale nella quale si possono inserire i volumi sia caricando l’ISBN sia attraverso una ricerca per titolo o autore. La grafica è gradevole, anche perché i libri vengono visualizzati con le copertine reali e si possono specificare una serie di dati “individuali”: dove il volume è stato acquistato, quando, se è stato letto o se ancora da iniziare, se è in prestito, valutazioni, commenti e via dicendo. Davvero molto piacevole e divertente, utile a riordinare e razionalizzare le librerie vere, quelle a casa… sono persino riuscita, con questo lavoretto, a spolverare dietro ai volumi. Nella pagina dedicata a ogni libro, c’è la possibilità di vedere quanti altri utenti di Anobii hanno quel determinato libro e che valutazione danno. Naturalmente si possono visitare le librerie virtuali altrui. Una cosa molto carina è che si incontrano libri particolari, che magari non si conoscevano, e si ha la possibilità di aggiungerli alla propria Lista dei desideri da tenere presente quando si va a fare la spesa da Feltrinelli. Con la funzione Statistiche libreria, è possibile monitorare quanti sono venuti a curiosare tra i nostri volumi, chi sono e ricambiare eventualmente la visita.

Insomma, funziona per i libri nello stesso modo in cui Flickr funziona per le foto, volendo ci si unisce a gruppi tematici di discussione, si seguono le letture degli amici, si scambiano recensioni e commenti.
Ultima cosa: il nome curioso del servizio deriva da Anobium Punctatum, il tarlo del libro: insetto conosciuto anche come bookworm, espressione usata nei paesi anglosassoni per indicare chi passa molto tempo sui libri.

Per chi vuole farsi un'idea più precisa questo è il link alla mia biblioteca virtuale.



martedì 9 ottobre 2007

Cambio di stagione

Vincendo le consuete resistenze, che tornano ormai ciclicamente ogni anno, a metter via costumi e parei estivi, ho iniziato proprio ieri il nefasto evento noto come cambio di stagione. Qui a Roma fa ancora caldo, quindi in realtà, per ora, ho messo via ben poco... ma l'estate è finita, inutile trovare scuse e l'idea di avere davanti mesi freddi e bui in attesa della primavera è ogni anno più sgradevole.
Anche perchè... mi viene in mente che le estati non tornano, quelle passate ormai sono passate e amen. Mi chiedo cosa porterà questo inverno che sta arrivando... e se la prossima estate sarà bella come quella trascorsa. Avrò un anno di più, ma non è questo che mi preoccupa... Non riesco bene a mettere a fuoco questa sensazione, ma credo riguardi la consapevolezza che il tempo passa per tutti: le persone che amiamo, le case che abitiamo, i luoghi a cui siamo affezionati, gli animali che vivono con noi, gli oggetti che ci piace tenere vicini. L'estate che è appena trascorsa, così come le precedenti, aveva tutte queste cose dentro di sè e la domanda che mi gira nella mente è: le avrà anche la prossima?

mercoledì 3 ottobre 2007

Non è mai troppo tardi

Mio padre morì quando avevo undici anni, il 14 marzo del 1977. Facevo la prima media e andavo a scuola dalle suore. Non è un post strappalacrime, quindi continuate pure a leggere. In realtà è un episodio, quello che sto per raccontare, che mi è tornato in mente a fasi alterne in tutti questi anni e ogni volta mi ha fatto venir su uno sbotto di rabbia. Ho deciso che è ora di tirarla fuori.
Orbene, tornai a scuola pochissimi giorni dopo il fatto, credo il 17 o il 18 marzo. Aula di disegno, la suora (non mi ricordo più come si chiamava) dice che siccome tra poco è la festa del papà si farà un disegno per poi regalarglielo. Siete senza parole? Bene, anche io lo ero.
Non so cosa disegnai, credo nulla... Ma oggi voglio dare voce alla domanda che mi scendeva dal cervello e mi saliva dal cuore fino alle labbra, una domanda che non ho mai posto, questa: Ma brutta stronza, è proprio necessario? Non si può avere rispetto per il proprio dolore?
Ecco fatto. Con appena trent'anni di ritardo ma gliel'ho detto.