domenica 16 settembre 2007

Il tempo che rimane

5 giugno 2005

Poco meno di due mesi fa ho compiuto 39 anni. Il decennio che per me si sta concludendo è stato molto intenso in termini di emozioni, di compromessi tutto sommato più che soddisfacenti tra vita privata e lavoro, di obiettivi raggiunti in tanti campi che mi interessavano e di nuovi desideri che mi piacerebbe realizzare. Il bilancio di questi ultimi dieci anni si chiuderà dunque, probabilmente, in attivo: un periodo intenso, come dicevo, ma nello stesso tempo solido e sicuro. Ho amiche più o meno della mia età con cui facciamo discorsi su come ci vediamo, cosa ci aspettiamo ancora dalla vita, cosa ci piacerebbe fare e non abbiamo mai fatto. Insomma, una fase di revisione e confronto... in qualche modo forse non è proprio un caso che abbia aperto un blog nei mesi scorsi.
Pochi giorni fa mi è capitato di fare una riflessione su mio padre che ancora mi gira nella testa. Mio padre è morto quasi trent'anni fa, all'improvviso. Aveva 39 anni. Quando è successo io e mio fratello eravamo ancora piuttosto piccoli e mamma era giovane. Tuttavia, fino a questo momento, non mi era mai capitato di pensare che anche lui lo era. Da bambino i tuoi genitori ti sembrano sempre grandi, a volte quasi vecchi. Adesso che ho 39 anni anche io capisco che se ne è andato quando era ancora troppo giovane. Penso alle cose che io stessa ancora mi aspetto dalla vita, ai sogni che ancora tengo dentro un cassetto aspettando il momento di realizzarli. Chissà quali erano i suoi e cosa voleva fare del tempo che aveva davanti, se gli sarebbe piaciuto vedere adulti me e mio fratello, se ci avrebbe apprezzati come persone. Chissà?

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