domenica 16 settembre 2007

Stefano, Andrea & le merendine

10 maggio 2005

Si fa un gran parlare di bambini obesi, che stanno troppo davanti al televisore e mangiano schifezze. Grazie al cielo con Andrea non abbiamo questo problema: guarda poco la TV e gli piace soprattutto pane e mortadella o salame, quando si sente particolarmente raffinato gradisce anche la bresaola. E' parecchio tempo che le merendine del mulino bianco sono sparite da casa nostra un po' per motivi ideologici, un po' perché alla fine si ammuffivano e se ne andavano da sole, dicendo che non si erano trovate bene nella nostra dispensa. Capiamoci bene, non sono una che si mette a fare i ciambelloni e le crostate: purtroppo non ho il tempo materiale di mettermi a smanettare il superfluo, anche se mi piace molto cucinare e in genere me la cavo piuttosto bene. Basta merendine, quindi nello zainetto del nano metto un panino con qualcosa di buono dentro oppure un po' di pizza bianca.
La faccenda delle merendine mi è venuta in mente perché c'è un aneddoto che Stefano, il mio gentile consorte, racconta sempre. I suoi genitori sono ancora oggi molto salutisti in fatto di alimentazione e, quando lui era ragazzino, non solo le merendine di tutte le marche erano bandite, ma anche altre cose più o meno confezionate o di incerta derivazione. Sembrerebbe che tutto ciò gli abbia procurato un trauma irreversibile. In particolare, ricorda che in estate, sulla spiaggia, a un certo punto della mattinata, l'altoparlante dello stabilimento annunciava il trionfale arrivo al bar delle famigerate pizzette rosse. Tutti gli altri bambini correvano con i soldini in mano verso la meravigliosa ed esotica merenda, mentre lui si ritrovava sull'asciugamano con in mano una fetta di crostata con la marmellata fatta in casa. Sono certa che la sua mamma nutriva le migliori intenzioni somministrandogli il dolce preparato con le sue amorevoli mani, tuttavia ciò gettava il ragazzino in una profonda inquietudine dominata dalla domanda perché loro sì io no?
Non ci crederete, ma ho scoperto, con la scuola materna di Andrea, che la merendina è anche una specie di status simbol tra i ragazzini. Esempio: portarsi i biscotti frollini nello zainetto è un po' da fagiano (loro dicono da piccoli), mentre il pacchetto di patatine con la sorpresina dentro è da gran figo (ovvero da grandi). Il segreto dunque, per evitare la sindrome della pizzetta rossa nelle future generazioni, è dosare bene il tipo di merende da mettere nello zainetto: un pacchetto di patatine con sorpresina una volta a settimana, anche se sono fritte e fanno male, ho sperimentato che garantisce l'immunità.


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