domenica 16 settembre 2007

Ma quante zampe ha il biotopo costiero?

31 luglio 2005

Roma è un delirio di caldo in questo pomeriggio di fine luglio. Siamo tornati stamattina, abbronzati e riposati da due settimane in riva al mare. Due settimane tranquille, anche troppo, considerando che la spiaggia è una specie di sacrificio alla genitorialità da parte mia e di Stefano, che agogniamo le Dolomiti ormai da troppo tempo. Il nano, comunque, si è divertito moltissimo e stasera, pur tornato tra le sue personali cianfrusaglie e giocattoli vari, voleva andare lo stesso a cena fuori. Una delle cose che ha apprezzato maggiormente credo che sia stato il concetto di aperitivo: è rimasto affascinato da tutte quelle ciotoline di arachidi, olivette, pistacchietti, patatine, anacardi e tartine... mi auguro che non pensi che possa trasformarsi in una consuetudine domestica a suo esclusivo beneficio.
E pensare che l'impatto di Andrea con la vacanza quest'anno è stato un po' sofferto: la presenza delle orrende meduse (caro med, senza offesa) e la visione di un altro bimbo discretamente urticato e ululante lo avevano convinto a non mettere piede in acqua fino alla completa scomparsa delle suddette. Non gliene fregava assolutamente niente del fatto che la loro presenza indicava che il mare era pulito e non faceva che chiedere se erano più o meno grandi di una gallina. Fortunatamente l'albergo era piscina-dotato ed è stata quindi una buona occasione per lui per imparare un po' a nuotare. Ha perfino imparato ad apprezzare le cozze (quelle da mangiare), non le vuole pepate ma per questo c'è ancora tempo e ha voluto assaggiare tutte le bevande alcoliche serali (il moijto non gli è piaciuto perché sa troppo di menta).
Il tormentone della nostra vacanza è stato, comunque, un altro: la temibile tessera magnetica. Serviva ad aprire la porta della stanza e, una volta inserita nell'apposito box a parete, a fornire l'energia elettrica necessaria. All'inizio ne avevamo tre, una ciascuno. La prima l'abbiamo persa quasi subito, la sera stessa dell'arrivo o il giorno dopo, le altre due invece si eclissavano nei momenti meno opportuni e a volte si divertivano a rimanere entrambe chiuse nella stanza (e noi fuori). Io e Stefano non facevamo che chiederci: ce l'hai tu o ce l'ho io?, accusandoci a vicenda di averla dimenticata da qualche parte. Ma che fine hanno fatto le buone vecchie chiavi con quei pesantissimi aggeggi attaccati da lasciare serenamente alla reception?
La presenza di un sacco di altri ragazzini variamente gnaulanti e schiamazzanti con i game boy in mano si è rivelata tutto sommato una cosa interessante: il nano ha avuto una sua personale vita sociale al di fuori di mamma e papà tra bar, spiaggia, hall e piscina. Mamma, sto al bar a giocare a carte, carte dei pokemon e yu-gi-ho naturalmente... io e Stefano ci siamo guardati attoniti: cominciamo presto a frequentare i baretti... Nel giro di poche ore Andrea conosceva già mezzo albergo, chiacchierava con tutti, salutava sconosciute signore obese con nanocani ringhio-abbaianti al seguito ed era perfettamente a suo agio. Ma da chi avrà preso? ci siamo chiesti il padre ed io: per noi la vacanza ideale è da qualche parte in quota, dove c'è poca gente e si fa un cenno col capo quando si incrocia qualcuno sul sentiero.
Per fortuna alla reception c'era una fanciulla dal carattere asburgico in grado di sgridare e tenere a bada ragazzini esuberanti (il nostro compreso) in tre lingue diverse.
Vogliamo parlare degli animatori? Con Stefano siamo riusciti a evitare, adducendo fantasiose scuse con il simpatico e volenteroso giovanotto che si occupava dell'intrattenimento degli ospiti, tutti i tornei di carte, bocce e freccette, i giochi di gruppo, i balli sulla spiaggia, la ginnastica mattutina, l'acqua gym e gli spettacoli serali. Andrea, invece, fortunatamente (per noi) non si è perso un'ora di miniclub. Ma da chi avrà preso? continuavamo a chiederci con il padre (so che zioAndrea starà malignamente pensando: "dall'idraulico, ovvio"). Abbiamo così avuto il tempo di dare fondo alla scorta di libri che avevamo portato: sono riuscita a leggere Strappacuore di Boris Vian, La dodicesima carta di J. Deaver, La fine dell'eternità di Asimov (grazie Cri, mi è piaciuto tanto).
La sera riuscivamo a evadere dal nostro bell'albergone e finalmente ci rifugiavamo in un piano bar decente o in un localetto sulla spiaggia scrupolosamente scelto in base al tipo di musica e al limitato tasso di chiassosità. Il nano veniva drogato con il game boy oppure corrotto con un mazzetto nuovo di cartine dei pokemon e impegnato con gelato o patatine (a scelta).
Quasi dimenticavo di raccontare che è stato il suo compleanno: il 24 luglio ha compiuto sei anni. Questi compleanni estivi hanno il difetto che sono difficilmente festeggiabili in modo canonico, quindi abbiamo deciso per un evento speciale: il circo acquatico che sostava nel luogo ameno in cui eravamo. Devo inoltrarmi nei dolorosi particolari? L'unica cosa che Stefano ha trovato interessante è stata una tizia che faceva un numero sopra una motocicletta, io nemmeno quella. Andrea invece era tutto su di giri: è perfino andato con il clown sul palcoscenico con altri bimbi (insisto: ma da chi avrà preso?).
In alcune zone del litorale c'erano cartelli con su scritto: biotopo costiero. Andrea, naturalmente, ha subito chiesto che tipo di animale fosse e voleva andarlo a vedere. Non era minimamente interessato alle dotte spiegazioni che cercavamo di impartirgli: un topo è un topo, anche se è greco. Alla fine ci siamo accordati: è un pokemon, però d'acqua.

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