lunedì 17 settembre 2007

Scampoli di conversazione

5 luglio 2006

Il mio nanetto e Caterina si conoscono fin dal primo anno di asilo, adesso sono alle elementari, sempre nella stessa classe. Ci tengono molto a precisare che non sono fidanzati: sono solo amici. Grandi amici, aggiungo io: ogni tanto litigano, si offendono, si tengono il muso per un po'. Poi però si cercano e vogliono stare insieme: Mamma, quando viene Cate a casa nostra? Un fattore facilitante, senza dubbio, è rappresentato dal fatto che noi genitori siamo diventati amici a nostra volta: facciamo con piacere, impegni permettendo, molte cose insieme e ci vediamo spesso al di là degli impegni della scuola.
Una riflessione in particolare: io e Stefano avevamo pochissimi amici intimi (diciamo così) con bambini prima che Andrea andasse all'asilo. L'incontro con i Bagosta aprì anni fa, dunque, una serie di interessanti prospettive. I bambini giocavano insieme il pomeriggio e noi ci facevamo la nostra chiacchierata, oppure andiamo a cena fuori e mentre i nanetti si fanno i fatti loro noi ci facevamo i nostri. Questo non sempre accade, come di certo sapranno i bloggers-lettori con bimbi: non sempre infatti i genitori degli amichetti dei nostri figli sono persone piacevoli e simpatiche con cui dividere una gita o un pomeriggio d'inverno. Con i Bagosta, per fortuna, questo non succede: abbiamo interessi in comune e apprezziamo le reciproche caratteristiche personali.
Capita perciò che Andrea & Caterina trascorrano insieme il pomeriggio.

Qualche giorno fa la biondina era a casa nostra e stavano facendo i compiti delle vacanze al tavolo del tinello. Io ero in cucina e li ascoltavo, non vista, in silenzio.

Andrea: Cate, ma tu credi in Dio?
Caterina: mi sa di no... e tu?
A: no, io no... perché è morto.
C: ma Dio non può morire, perché quelli molto importanti come lui non muoiono mai!

Dopo un po'

C: Andrea, ma tu sei battezzato?
A: e che vuol dire?
C: è quando in chiesa ti danno il nome.
A: non ho mica capito.
C: Ritaaaaaaaaaa, glielo spieghi tu?
Io: è una cerimonia, un rito, che fa in chiesa chi crede in Dio quando nasce un nuovo bimbo. Viene dato anche il nome ai bambini piccoli (mi hanno colto di sorpresa, non sono riuscita a mettere insieme niente di meglio).
A: io sono battezzato?
Io: no.
C: nemmeno io.
R: noi genitori abbiamo pensato che potevate decidere voi da soli da grandi se battezzarvi oppure no.
C: certo, infatti ci si può battezzare anche da vecchietti (qui morivo dalla voglia di parlargli dell'estrema unzione ma sono riuscita a trattenermi).

Dopo i compiti, in camera di Andrea

C: Andrea, giochiamo agli innamorati o al re e alla regina?
A: no, giochiamo prima con le racchette?
C: va bene, ma dopo giochiamo agli innamorati
A: sì ma poco
C: ci giochiamo 5 minuti
A: no, dài, è troppo
C: allora facciamo una mezz'oretta
A: sì, va bene (sempre detto che i maschi sono più gnoccoloni)

Più tardi, mentre giocavano agli innamorati

C: Allora Andrea, tu tornavi a casa e ti mettevi al computer
A: (ubbidisce, si mette al computer giocattolo seduto sul tappeto e fa finta di scrivere)
C: Tesoro, ma stai sempre a lavorare!

I bambini ci guardano?
Pure troppo, direi.

1 commento:

Alessandro Tutino ha detto...

Mio Dio Rita... tuo figlio e la sua amica sono dei geni. Sei sicura che abbiano 8 anni? :-P

Ale (griff)