lunedì 17 settembre 2007

Siamo tutti un po’ Shahrazàd

Mi piace leggere storie. Uno dei motivi per cui ho aperto questo blog è proprio questo: leggo le storie che scrivete e vi racconto le mie, uno scambio equo e solidale. Mi dispiace non saper inventare racconti e dargli una forma… peccato, sarà per la prossima vita. Forse è proprio per questo che sono affascinata dagli intrecci, dalle strutture narrative che si intersecano e completano in modo perfetto. Mi diverte moltissimo cercare significati e connessioni laddove, apparentemente, non ce ne sono.

In questi giorni ho girato un po’, era tanto che non lo facevo, tra blog sconosciuti, in punta di piedi per non disturbare, senza lasciare commenti. Solo per il gusto di leggere e incastrare tra loro frammenti di vite lontane e diverse, descritte a volte con ironia, altre con passione o distacco. Metafore, allusioni alla realtà di tutti i giorni.

Mi sono inoltrata nei “boschi narrativi” del web, una passeggiata interessante e densa di emozioni, un piacere notturno consumato nella casa silenziosa e tranquilla, mentre Stefano e Andrea dormono. Partire da un blog trovato in hp, magari, vedere di cosa si tratta, andare indietro nel tempo e curiosare tra i link. Si iniziano percorsi straordinari, a volte, in cui frammenti di storie ne incontrano altri, formando un disegno che nessuno ha progettato, che si è formato da solo, con grazia e leggerezza.

E allora mi è venuta in mente lei, Shahrazàd, la tessitrice delle notti. Conoscete Le Mille e una Notte? Il sultano Shahrivàr, tradito dalla moglie, non vuole fidarsi mai più delle donne. Trascorre ogni notte con una vergine diversa, poi il mattino dopo la fa giustiziare, in modo tale che non potrà mai essergli infedele. Dopo tre anni in cui molte fanciulle sono morte in questo modo Shahrazàd, la figlia del visir, decide di darsi in sposa al sultano, per cercare il modo di fermare la strage. Dopo l’amore, la ragazza inizia a raccontare una storia intrigante fino all’arrivo del mattino, che la interrompe prima di essere giunta alla fine. Shahrivàr dà ordine quindi di non ucciderla per conoscerne la conclusione. E Shahrazàd così va avanti per mille e una notte, narrando storie che si intrecciano come gli anelli di una catena, che contengono al loro interno altre storie, come scatole cinesi. Infine, il sultano decide che forse non tutte le donne vale la pena di uccidere: racconto dopo racconto, notte dopo notte, si è innamorato di lei.

Eccola, dunque: la blogosfera come Shahrazàd, affabulatrice e seducente, che manipola e propone infinite storie frutto di incroci e contaminazioni, frammenti di vite diverse ambientate in luoghi il più delle volte imprecisati, come quelli delle fiabe, in un tempo narrativo che nella maggior parte dei casi è un presente che indulge al passato, perché altrimenti è impossibile raccontarsi e farsi capire da chi non ti conosce. Nella blogosfera, come ne Le Mille e una Notte, i personaggi spesso hanno solo un nome, un nikname, e un compito: quello di portare avanti una parte della storia.

Buona passeggiata a tutti.

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