martedì 22 aprile 2008

Boccastorta & Benebene

Uno dei parametri di misurazione dell'invecchiamento, accettato ormai anche dall'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), è costituito dalla mutazione degli esercizi commerciali vicini alla casa in cui si viveva da bambini. Raccapricciante.
Parliamo, nel mio caso, della zona adiacente Piazzale degli Eroi a Roma. Ogni tanto, quando vado a trovare i miei che ancora vivono lì, mi faccio un giro e osservo. I negozi dell'infanzia spariscono, vengono sostituiti da altri più moderni o utili. I ricordi, però, rimangono.
Proprio davanti al nostro portone c'era una vineria (oggi si chiamano enoteche e sono molto molto più chic). Ci si comprava il vino sfuso da portare a casa e io rimediavo sempre una gazzosa. La vineria non c'è più da un bel pezzo, il suo posto è stato preso da un bar.
Dietro l'angolo c'era invece una latteria, con una lattaia tutta bianca bianca e grassissima. Anche la latteria era immacolata e c'era un tavolo con il ripiano di marmo (bianco naturalmente). La latteria non c'è più da una vita: ora c'è un piccolo alimentari gestito dalla figlia della lattaia grassa.
A fianco si trovava un negozio dove non mi piaceva andare: la macelleria. Era fredda fredda e scomoda per me che se sono bassa adesso figuratevi da bambina. Il bancone era altissimo, sopra una specie di predella e io non vedevo niente. Un negozio molto noioso. Quando chiuse non mi dispiacque affatto, perchè aprì un tizio che aggiustava i motorini e a me, sotto casa, faceva molto più comodo.
Dove adesso c'è un meccanico, all'angolo a sinistra del nostro portone, c'era un alimentari dove mia nonna faceva la spesa e compravamo la pizza bianca per la merenda a scuola. I proprietari erano una coppia un po' anziana, lui si chiamava Sebastiano ma aveva un soprannome che sicuramente ignorava, che però usava tutto il circondario. Questo signore, infatti, aveva il vezzo di dire continuamente bene bene. "Vorrei cinque rosette e due etti di prosciutto crudo"... e lui rispondeva bene bene. "E anche un po' di parmigiano grattugiato, per favore"... e lui bene bene. Vabbè, lo chiamavano tutti Benebene. "Nonna, andiamo a fare la spesa da Benebene?".
E poi c'era Boccastorta, il cartolaio di via Andrea Doria. Non era il cognome... il fatto è che il poveretto aveva avuto un ictus che gli aveva lasciato la bocca, appunto, un po' storta e quindi... Lui c'è ancora... non il Boccastorta originale, naturalmente. Il negozio... il negozio è ancora lì.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Il brutto è che intorno a casa mia molti negozi hanno chiuso... e non sono stati riaperti. L'elettrauto, due piccoli alimentari e la cartoleria.
Che tristezza, però.

il Ratto dello spazio ha detto...

i negozi di quando eravamo piccoli?
ma se quando passo in qualche zona dopo un paio d'anni di assenza la metà delle vetrine è completamente cambiata!
ci sono vie di firenze che se non ci passi almeno una volta all'anno
non le riconosci più.
la grande distribuzione,
volenti o nolenti,
cambia i nostri panorami
e se ci pensi un po'
i ricordi più persistenti sono quelli di quando eravamo bambini.
quartiere prati allora?
ma guarda!

Luna Dark ha detto...

Il tempo passa senza sosta e senza pietà... potresti trovarti un centro commerciale a farti ombra nel giro di pochi giorni

Comodità vs. qualità

La carne del supermercato e quella della macelleria non sono assolutamente uguali, ma alla fine ne rimarrà solo una...

Qui non esistono più nemmeno le enoteche. ora ci sono i wine bar :P

uuuuuuuuuuh

Anonimo ha detto...

Inesorabile.

Ieri sera pensavo a come il Tempo ci rende sempre meno spensierati. Alle preoccupazioni, nei cambiamenti, ai doveri. In memoria rimane il file dei ricordi. L'essere spensierati, bambini o ragazzini, pensare solo al gioco, al massimo preoccuparsi dei compiti da portare il giorno dopo a scuola. Ricordarlo, mi ha fatto un po' male.

Vorrei urlare, e correre... ma per andare dove? Che tristezza.


M.