sabato 9 luglio 2011

Gatti, sogni e ragazzini

La prof. di italiano di Andrea ha dato ai ragazzi una lista di libri da leggere durante l'estate. Lista interessante che prevede anche Calvino, ma soprattutto L'inventore dei sogni di Ian McEwan, libro che fa parte dei miei cult da tempo. Se l'è letto Andrea e me lo sono ri-letto anche io. Parla di un ragazzino di 11 anni, Peter, fantasioso, distratto e sognatore che immagina di continuo avvenimenti straordinari, storie magiche e a volte paradossali partendo da quello che ha intorno a casa, a scuola, nel suo quartiere. Molto carino: una delle storie "sognanti" riguarda il gatto di casa, William. Questo gatto ormai è un vecchietto: ha visto nascere e crescere Peter e sua sorella, ma già da tempo era un gatto adulto. Ormai ha 17 anni e passa tutto il suo tempo sulla mensolina del termosifone a pisolare e a guardare fuori dalla finestra. Peter, il ragazzino, immagina che William osservi il giardino dalla finestra della cucina, ricordando con nostalgia il tempo in cui era un giovane gatto agile e forte che non permetteva a nessun rivale di varcare i confini della sua "proprietà". Era stato protagonista di innumerevoli zuffe - tornava sempre a casa ammaccato ma vincitore - e di "notti brave" passate a zonzo per il quartiere. William adesso non esce quasi più da casa e si accontenta delle coccole affettuose della sua famiglia. Peter lo invidia spesso: quando deve uscire e andare a scuola, magari piove e fa freddo, vorrebbe fare come il suo gatto: comodo al calduccio senza niente da fare se non sonnecchiare e pensare.
Un giorno accade che mentre il ragazzino accarezza il gatto... in qualche modo succede che lo "spirito" di William entra nel corpo di Peter e viceversa. Così, una mattina, Peter si ritrova piacevolmente nel corpo del suo gatto, mentre il gatto se ne va a scuola nel corpo del ragazzino. Il gatto/Peter guarda verso il giardino dalla finestra della cucina e vede il grosso giovane gattone dei vicini saltare lo steccato e segnare il territorio che un tempo era stato di William. Il gatto/Peter allora si arrabbia, salta giù dalla mensola e va ad affrontare l'intruso, che lo schernisce chiamandolo "debole vecchietto che non è più buono a nulla". Grave errore perchè il ragazzino, nel corpo del suo gatto, ha invece tutta la forza necessaria per ingaggiare una zuffa colossale con l'invasore e vincerla. Arrivata la sera di quel giorno memorabile, William, ancora nel corpo del ragazzino, prende in braccio in fretta il gatto/Peter, lo porta in camera sua e si chiude dentro: "Presto, non c'è tempo da perdere, dobbiamo sbrigarci. Devo tornare, mi aspetta un'altra grande avventura. Grazie per aver vinto la mia ultima battaglia", dice al gatto/Peter e ciascuno "spirito" riprende possesso del corpo "giusto". Così William il gatto esce dalla stanza, se ne va in cucina sulla sua mensolina sopra il calorifero... e dopo un po' chiude gli occhi, il suo cuore smette di battere e... se ne va.
Mi commuove ogni volta, questa storia.

1 commento:

Giulia ha detto...

che bello!!! anche io l'ho letto. me lo hai regalato a natale qualche anno fa, e come sempre indovini i miei gusti :)