lunedì 17 settembre 2007

Conrad, il gorilla & la linea d'ombra

23 marzo 2006

Alzi la mano chi non ha letto, nel proprio privato turbolento periodo tardo-adolescenziale, La linea d'ombra di Joseph Conrad. Presumo che almeno un'occhiata l'abbiamo data tutti, per cui non mi dilungo più di tanto sulla trama: è un romanzo che parla, attraverso la metafora del viaggio, della crescita personale e delle mutazioni di prospettiva che si affrontano nel diventare adulti. Cito dal testo: Si va avanti. E il tempo anche lui va avanti; finché dinanzi si scorge una linea d'ombra che ci avvisa che anche la regione della prima giovinezza deve essere lasciata indietro. Vale a dire: adesso sono adulto, passo la linea, il dado è tratto, fine dei giochi. Ma davvero è così?
Stamattina leggevo in metro un libro scritto da Sandrone Dazieri, Gorilla Blues. Mi piace questo giallista, è della generazione di Carlo Lucarelli e descrive una realtà italiana cruda e feroce, brutta e sporca, vista attraverso gli occhi del gorilla, suo omonimo, una specie di investigatore privato borderline e no-global. Entrambi, scrittore e personaggio, ex leoncavallini, anarchici e sul filo della legalità. Davvero notevole, a me piace molto. Insomma, stamattina leggevo questo pensiero del gorilla: Adesso, seduto in attesa di non so che cosa (...) capisco che nella vita le linee d'ombra da passare sono più d'una.
Cazzo, se ha ragione.

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