lunedì 17 settembre 2007

Diario di una cogliona

11 aprile 2006

Ho bisogno di ricostruire con calma quest'ultimo periodo, di cui non ho capito un granché: troppe cose da fare ed emozioni che intrecciano. Mentre si snodano gli avvenimenti che mi appresto a raccontare, fuori dalla mia visuale viene ritrovato il cadavere di un bambino rapito, ci sono i duelli in televisione, affondano i traghetti, si va a votare, si catturano latitanti, si vincono, per così dire, le elezioni.

Lunedì 27 marzo
Esterno, mattina. Mi trovo quasi per caso sulla via Cassia, al capolinea del 224. Per fortuna non ho ancora messo gli auricolari, perché altrimenti non riuscire a sentire il disperato miagolio di una gattina nata da poche ore abbandonata sotto i sedili della pensilina. La prendo in mano, ha il pancino freddo, e cerco di scaldarla, per fortuna c'è il sole ed è una bella giornata. La porto con me in ufficio e tutti ci attiviamo per il salvataggio. Teto, il mio cuginottone veterinario veramente in gamba, viene subito interpellato via cellulare e ci dà immediatamente le dritte giuste. La piccola deve essere nutrita ogni due ore: decidiamo che verrà a casa nostra per la notte e la mattina ce la porteremo in ufficio, dove ziaConsu e ziaSimo sono insostituibili nel darci una mano.
Interno, notte. Alla poppata delle 03.00, in cucina mentre scaldiamo il latte artificiale, io & Stefano abbiamo dei dejà vu pazzeschi e bellissimi rievocando quando lo facevamo per il nostro nanetto.

Martedì 28 marzo
Esterno, giorno. La gattina sopravvive, mangia e dorme. La portiamo in metro nella borsa che usavamo quando Andrea era piccolo.
Interno, tardo pomeriggio. Stefano comincia a dire che forse forse la potremmo tenere con noi per sempre...

Mercoledì 29 marzo
Interno, notte. Cominciamo ad accusare un po' le veglie forzate di notte... ormai non siamo proprio più dei ragazzini.

Venerdì 31 marzo
Stazione Termini, mattina presto. Alle 06.30 ho il treno per Milano. La mia mamma deve fare un intervento per cambiare un pezzo della protesi d'anca che ha fatto ormai ben 13 anni fa. Non si opera a Roma per ragioni troppo lunghe da spiegare qui. Lascio marito, figlio, gatta e parto. Magari lassù riesco pure a vedere laCri.
Interno, primo pomeriggio. L'intervento è andato bene, il chirurgo è soddisfatto e anche noi. Mamma dorme e bofonchia tutto il resto della giornata, complice una flebona di morfina.
Notte. Rimango con loro in clinica fino a tardi, poi me vado a dormire e mi faccio tutto un sonno, alla faccia di Stefano che si fa da solo la poppata dell'1.00, delle 3.00 e delle 6.00.

Domenica 2 aprile
Primo pomeriggio. Mi dispiace lasciare i miei da soli a Milano, anche se si trovano in un luogo estremamente confortevole e sono in ottime mani. So che la mia presenza in questi giorni ha dato loro sicurezza e conforto. La mia mamma aveva una gran paura di non risvegliarsi, ma adesso il peggio è passato. Sono alla Stazione Centrale, alle 14.00 c'è il treno per tornare a Roma e ho un po' di magone.
Stazione Termini, tardo pomeriggio. Il caos di Roma mi accoglie: ma che è tutta 'sta gente? Poi realizzo: oggi è l'anniversario della morte di Giovanni Paolo II. Pellegrini festanti da tutte le parti: sotto la metro ci sono i ragazzi della protezione civile che smistano nei vagoni. Un incubo... sono schiacciata da turistacci di ogni genere dotati di cappellini, fazzoletti al collo e medagliette della madonna. Per fortuna a Ottaviano-S. Pietro scendono tutti e se ne vanno devotamente a fare in culo in Vaticano. Il pastore tedesco alle 21.37 reciterà il rosario, mica ce lo vogliamo perdere, no?
Finalmente arrivo a casa e trovo la seguente situazione:
1. Andrea sembra un po' caldino... gli misuro la temperatura: 38.2.
2. Stefano si è perso le chiavi di casa.
3. Tobia, il cane dei miei, è a casa nostra e non ha capito che pipì e popò si fanno fuori, in strada. Ha nemmeno tre mesi e pesa 9 chili e spiccioli, ma vuole ancora venire in braccio: non ha capito nemmeno che non è un cane da grembo.
4. La gatta mangia e dorme: la più buona di tutti.

Lunedì 3 aprile
Interno, mattina. Rimango a casa perché Andrea ha la febbre alta, Stefano va in ufficio con Tobia e la gatta rimane con me. La portiera ha trovato le chiavi di casa che il mio grande amore si era perduto: le aveva lasciate appese alla cassetta delle lettere. Rallegramenti.
Interno, pomeriggio. Telefono alla pediatra per chiederle lumi: potrebbe essere una forma virale (ma che è?), acetone (per via dell'alito che le descrivo), oppure una malattia esantematica. Ma dottoressa, le dico, il mio nano è vaccinato per la varicella, il morbillo, la rosolia... Sì, risponde, ma cè sempre la scarlattina! Capirai, io non ho neanche mai vista come è fatta... Rassicurata, diciamo così, dalla telefonata, procedo con le poppate giornaliere: ormai la gattina ha accettato il biberon e sta benissimo. Però sono due giorni che non fa la cacca: decido di rompere le scatole a Teto, il quale dice di preoccuparmi solo se non mangia e se la vedo inattiva. Massaggini alla pancina e passa la paura.

Martedì 4 aprile
Interno, mattina. Sto ancora a casa con il nano e la gattina, Stefano & Tobia in ufficio. Playstation a tutto spiano: lo so che ai bambini fa male ma non riusciamo a smettere di giocare a La terza era, che rievoca con discreta efficacia tutta la vicenda del Signore degli Anelli. Sconfitto il Balrog dobbiamo affrontare un branco di warg e, voi capite, finché non ci riusciamo non possiamo assolutamente smettere...
Interno, notte. Decidiamo definitivamente di tenerci la gatta, anche dopo lo svezzamento. Ormai è ufficiale: siamo in quattro. Ha ancora gli occhi chiusi, per darle un nome aspetteremo che li apra.

Mercoledì 5 aprile
Interno, pomeriggio. Alle 16.00 mi torna a casa Stefano dall'ufficio con la febbre alta, il cane, per fortuna (altrimenti mia madre quando torna mi scuoia), è illeso. Sistemazione in casa: marito & figlio al lettone moribondi, gatta che mangia (sempre ogni due ore) e dorme, Tobia che sta imparando a fare in strada le sue cosine, qualche volta ci riusciamo qualche volta no.
Interno, notte. La micia finalmente fa la cacca. Sollievo generale. Mando un sms a Teto, che per fortuna mi conosce da sempre e non mi prende per pazza.

Giovedì 6 aprile
Esterno, giorno. Cambiamo formazione: Stefano & nano a casa con l'influenza + gatta, io al lavoro con Tobia. Il viaggio in metro Cornelia-Spagna non si rivela una passeggiata: il cucciolone ha paura di fare le scale mobili (in braccio, 9 chili) e ulula disperato ogni volta che il treno apre le porte per far scendere/salire i passeggeri. Una telefonata di Stefano informa me, ziaConsu, ziaSimo e Tobia che la gattina ha finalmente aperto gli occhi. Grande emozione per tutti, mando un altro sms a Teto-veterinario che probabilmente farà ufficiale richiesta di rinunciare alla parentela.
Porto il cagnolone ogni tanto a fare una passeggiatina: le cose cominciano a funzionare per bene e il cane fa la cacca, tanta, davanti ai tavolini di un bar elegante di via della Croce. La raccolgo subito con la palettina ma i camerieri mi guardano ugualmente malissimo. Un vantaggio comunque c'è, anche se non sono interessata all'articolo: non potete immaginare quanti bonastri si rimorchiano con un cuccioline al guinzaglio, provare per credere (affitto il cane a 10 euro l'ora).
Interno, pomeriggio. Durante il tragitto di ritorno Spagna-Cornelia, sempre con le modalità di cui sopra ma con metro affollata (sempre più difficile!), Tobia fa amicizia con un gruppetto di simpatici ragazzi zingari-musicisti. Ho la tentazione di lasciarglielo, ma poi penso che mamma mi ucciderebbe. Scendiamo tutti insieme alla nostra fermata, baci abbracci e grandi feste. Per precauzione controllo il portafoglio, ma poi mi pento di essere così malfidata. L'amore per gli animali unisce molto più di qualsiasi altra cosa, permettendo di comunicare a persone anche molto diverse tra loro.
Interno, sera/notte. I miei due uomini hanno ancora la febbre... che palle! Giro come una trottola tra i malatini, la gatta e il cane. Dimenticavo di segnalare che Tobia, esce con grande profitto la sera verso le 23.30 e la mattina verso le 06.30 (oltre alle altre uscitine minor giornaliere). C'ho un sonno da morire: per fortuna alla gatta di notte pensa Stefano (poppata delle 03.00 e delle 06.00). Ogni tanto penso con nostalgia al mio povero blog abbandonato e ai miei bloggers amici trascurati.

Venerdì 7 aprile
Idem come sopra

Sabato 8 aprile
Stazione Termini, primo pomeriggio. I miei tornano finalmente a Roma, mamma dovrà stare un po' di tempo tranquilla.
Interno, sera. Andrea e Tobia sono diventati grandi amici: guardano la televisione insieme sul divano (litigandosi il posto migliore sul divano) e giocano correndo per tutta casa correndo, urlando e abbaiando. Il nano dice testualmente tutto contento: ma lui è come un bambino! Domani andiamo a votare.

Domenica 9 aprile
Esterno, mattina presto. Ho davvero ritrovato il gusto, dopo tanto tempo, di farmi una passeggiata in compagnia di una cagnolone, anche se sono le 05.30 chi se ne frega, certi piaceri bisogna coglierli al volo. Ormai Tobia ha imparato: sono giorni che non sporca più in casa. Mentre camminiamo insieme per le strade silenziose e ancora buie penso che oggi lui tornerà a casa sua... ci mancherà tanto, anche se mi rendo conto che in questi giorni ho trascurato, per mancanza di tempo, tante cose importanti.

Lunedì 10 aprile
Interno, sera e notte. Ve lo lascio immaginare... persino il nanetto si accorge che qualcosa non va per il verso giusto.

Martedì 10 aprile
Esterno, mattina. Esco di casa con un senso di preoccupazione e angoscia per questo Paese diviso in due: quando la metro passa sul ponte all'aperto tra Lepanto e Flaminio vedo un sole timido brillare precario sulle acque del Tevere. Precario, proprio come noi.

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