lunedì 17 settembre 2007

La leva calcistica del '99

5 febbraio 2006

Serata di sabato dedicata a noi con il nano dai nonni, giornata di domenica dedicata invece ai suoi impegni sportivi e mondani. Sorvolando pietosamente sul pomeriggio trascorso a una festicciola di compleanno con Andrea mascherato (un incubo di dimensioni bibliche), volevo invece raccontare qualcosa della mattinata al campetto di calcio per la partita di torneo.
In questo periodo in cui a Roma sono accadute cose davvero orribili e vergognose all'Olimpico praticamente in corrispondenza, tra l'altro, del Giorno della Memoria, fa davvero bene al cuore vedere che il calcio, anche se giocato in un piccolo campo da ragazzini, è ancora uno sport che può divertire, emozionare e insegnare qualcosa. Per giovedì prossimo il nostro Sindaco, Walter Veltroni, ha organizzato in Campidoglio (credo) un incontro tra i giocatori della Roma e della Lazio e la comunità ebraica, con i sopravvissuti alla Shoà, per sottolineare l�estraneità dello sport e delle sue squadre alle discriminazioni razziali. Mi chiedo se Di Canio avrà il coraggio presentarsi. Sembra che il materiale antisemita sia stato introdotto all'Olimpico durante la settimana precedente a causa degli scarsi controlli e che le undici persone arrestate facciano tutte parte di un movimento che si chiama Ordine e Tradizione, legato a Forza Nuova. Strano, tradizione invece vuole che i romanisti siano di sinistra e i laziali di destra, almeno in linea generale.
Oggi fa di nuovo freddo e c�' tramontana. Sono ancora a porte chiuse negli spogliatoi: Roberto, l'allenatore, gli sta facendo le ultime raccomandazioni e, molto probabilmente, sta anche allacciando gli scarpini a tutti. Finalmente entrano in campo (siamo mezzi congelati) e ci salutano con le manine. Sono piccoli, il più grande ha sette anni.
Andrea gioca in difesa, non molla mai una palla se non per passarla a un compagno. Mi piace questa cosa: è generoso. Conosce il suo ruolo e corre avanti solo se serve: smista il pallone a centrocampo e lo passa agli attaccanti. Non sa ancora cosa è un regista, ma lo fa bene.
C'è da tirare un rigore per noi: Roberto lo chiama per batterlo e io vedo il mio nanetto mettersi con il pallone sul dischetto, davanti alla porta avversaria. È la prima volta che lo fa durante una partita di torneo e io mi chiedo: avrà paura? Gli vedo sul viso un'espressione seria e concentrata che non conoscevo: prende con calma la rincorsa e buca il portiere. Corre per il campo a braccia aperte.


Non posso resistere alla tentazione di citare questa canzone

La leva calcistica del '68
Francesco De Gregori
Sole sul tetto dei palazzi in costruzione
sole che batte sul campo di pallone
e terra e polvere che tira vento
e poi magari piove.
Nino cammina che sembra un uomo
con le scarpette di gomma dura
dodici anni e il cuore
pieno di paura.
Ma Nino non aver paura
di sbagliare un calcio di rigore
non è mica da questi particolari
che si giudica un giocatore
un giocatore lo vedi dal coraggio
dall'altruismo e dalla fantasia.
E chissà quanti ne hai visti e quanti
ne vedrai di giocatori tristi
che non hanno vinto mai
ed hanno appeso le scarpe a qualche
tipo di muro e adesso ridono dentro al bar
e sono innamorati da dieci anni con una donna
che non hanno amato mai
chissà quanti ne hai visti
chissà quanti ne vedrai.
Nino capì fin dal primo momento
l'allenatore sembrava contento e allora
mise il cuore dentro le scarpe
e corse più veloce del vento
prese un pallone che sembrava stregato
accanto al piede rimaneva incollato
entrò nell'area tirò senza guardare
ed il portiere lo fece passare.
Ma Nino non aver paura di tirare un
calcio di rigore
non è mica da questi particolari
che si giudica un giocatore
un giocatore lo vedi dal coraggio
dall'altruismo e dalla fantasia.
Il ragazzo si farà anche se ha le spalle strette
quest'altr'anno giocherà
con la maglia numero sette.

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